
Lo scorso 11 settembre il Senato ha approvato la dichiarazione d’urgenza per l’approvazione di un disegno di legge che mira a riformare la Legge Nazionale sulle Aree Protette. L'incompatibilità degli impianti con il territorio non determinerà il divieto all'installazione, ma un pagamento che autorizza ad inquinare.
Sulla vertenza Golden Lady rimangono poi aperte una serie di questioni poco chiare. Per questo come Rifondazione Comunista ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, affinché possano essere accertate eventuali responsabilità penali nei fatti riguardanti la vertenza Golden Lady.
Abruzzo. 1972, l’assessore del Comune di Pescara bacchetta la Montedison per l’inquinamento. Lo sconvolgente documento pubblico che prova che l’inquinamento di Bussi era noto da sempre.
Nei libri sulla guerra partigiana non mancano certo le rievocazioni delle gesta dei GAP (gruppi di azione patriottica), cioè di quel pugno di uomini che a Milano o a Torino, a Firenze o a Bologna, inchiodarono per mesi e mesi ingenti forze nemiche e prepararono nei centri urbani del Nord la vittoriosa sollevazione dell'aprile '45. Mentre però delle grandi formazioni di montagna si è ricostruita organicamente la storia, della lotta dei GAP condotta senza tregua dentro e contro il gigantesco apparato di morte nazifascista non si ha, non si può avere che una fredda cronologia di azioni armate, ciascuna in sé isolata, una successione di fulminei colpi di mano, un nudo elenco di combattenti solitari. E di caduti. L'aspetto terrificante del-la guerriglia urbana non stava solo nell'incombente ferocia dei croceuncinati, e dei loro sgherri in camicia nera, ma anche nell'insidia logorante delle spie, dei delatori, dei provocatori; e quindi nel vuoto impietoso che l'uomo dei GAP era costretto a farsi attorno per difendere se stesso e l'organizzazione.
Giovanni Pesce, figura leggendaria della guerra partigiana, ci dà in questo libro oltre all'incredibile resoconto delle sue azioni di gappista (che gli valsero la medaglia d'oro) anche le dimensioni psicologiche della sua grande avventura. Sono pagine scarne, senza retorica, senza il minimo compiacimento, nelle quali l'inevitabile crudezza degli atti di guerra è temperata dai ricordi e dai sogni di un uomo che pur da sempre impegnato nella lotta per la libertà, in Italia come in Francia e in Spagna, non ha mai acquisito il gelido abito del giustiziere; ogni atto di forza, ogni condanna eseguita, ogni azione violenta ha trovato in lui prima che un esecutore implacabile un giudice sereno e umano dalla coscienza lucida, aperta ai grandi problemi morali che animarono il nostro secondo Risorgimento.[Dalla seconda edizione Feltrinelli che il sito Biblioteca Multimediale Marxista ha reso gratuitamente disponibile]
Il governo Tsolakoglou (*) ha letteralmente annientato la mia capacità di sopravvivere con una pensione decente, per la quale avevo già pagato (senza aiuti dallo stato) 35 anni di contributi.Ho un’età che mi impedisce una reazione più attiva (ma se qualcuno decidesse di impugnare il kalashnikov, sarei il primo a seguirlo), non ho altra soluzione che farla finita in modo dignitoso, prima di ridurmi a rovistare nella spazzatura per poter mangiare.Io credo che un giorno i giovani senza futuro prenderanno le armi e appenderanno i traditori del Paese in Piazza Syntagma, come fecero gli italiani con Mussolini nel 1945.(*) Georgios Tsolakoglou fu il primo ministro collaborazionista durante l'occupazione tedesca del 1941-42, il biglietto stabilisce subito un parallelo tra quel governo d'occupazione e l'attuale governo Papademos.
Io credo che un giorno i giovani senza futuro prenderanno le armi e appenderanno i traditori del Paese in Piazza Syntagma, come fecero gli italiani con Mussolini nel 1945.
La proposta di un Do Nothing Day, una forma di protesta attraverso inazione, è stato esposto e motivato dalla Kypriotaki durante il suo intervento [qui l'audio] alla conferenza Knowledge against financial capitalism (KAFCA), tenutasi a Barcellona dal 1 al 3 dicembre 2011 nei locali del MACBA (Museu d’Art Contemporani de Barcelona). In una nota pubblicata sul suo profilo di Facebook, riproposta anche sul sito della rivista «Loop», Berardi precisa:La Grecia è in fiamme. Perché in Italia non sperimentiamo una nuova forma di azione, che magari consista nell’inazione, nel rifiuto di partecipare di collaborare di contribuire? Perché non proviamo a organizzare il Do Nothing Day che una ragazza greca, Alexandra-Odette Kypriotaki ha proposto dopo aver constatato che il popolo greco con l’azione e la mobilitazione non è riuscito a difendere nulla?
Il suo intervento [di Kypriotaki] mi è sembrato provocatorio e suggestivo: «né lottare né scontrarsi ma disertare. Non rivendicare non chiedere, ma dispiegare qui e ora nel mondo ciò che vogliamo vivere. Non agire non mobilitarsi, ma lasciarsi andare all’abbandono di ogni aspettativa. Trasformare in forza la nostra debolezza. Il capitalismo ci chiede una disponibilità continua al desiderio, al contatto, alla produzione. Un tempo permanentemente occupato, sotto pressione alla ricerca di risultati che si fanno sempre più difficili da ottenere. L’obbligo di essere contenti ottimisti e positivi. Dobbiamo proiettare l’immagine di quello che sappiamo, che tutto va bene, che teniamo tutto sotto controllo, che siamo forti. Ma, l’attivismo politico non rischia di chiederci spesso la stessa cosa? Lotte, risultati, la risposta pronta, fuori i timidi, i dubbiosi e i malinconici... Perché non formare un esercito di deboli, di goffi, di ignoranti? Il messaggio sarebbe: siamo depressi, e allora? Il programma: non so. Lo sciopero è il non fare nulla di nulla, Do Nothing Day, un mercoledì, poi anche il giovedì e così via. Come canta Nacho Vegas, il 15M spagnolo ha cambiato il significato di alcune parole, come "sfruttare". Un amico mi ha spiegato qualche tempo fa che la cosa forte delle piazze occupate era la scoperta collettiva del fatto che il lusso vero non ha a che fare con il consumo ma con un altro modo di vivere il tempo, con l’esperienza di fare molto con molto poco, l’incontro con altri coi quali non ti saresti mai incontrato, le nuove amicizie. La ricchezza autentica è quella che ci diamo l’un l’altro quella che circola e non si possiede».