ATTACCO DEL GOVERNO AL PARCO DELLA COSTA TEATINA

Lo scorso 11 settembre il Senato ha approvato la dichiarazione d’urgenza per l’approvazione di un disegno di legge che mira a riformare la Legge Nazionale sulle Aree Protette. L'incompatibilità degli impianti con il territorio non determinerà il divieto all'installazione, ma un pagamento che autorizza ad inquinare.

GOLDEN LADY, ESPOSTO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

Sulla vertenza Golden Lady rimangono poi aperte una serie di questioni poco chiare. Per questo come Rifondazione Comunista ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Vasto, affinché possano essere accertate eventuali responsabilità penali nei fatti riguardanti la vertenza Golden Lady.

DISCARICA DI BUSSI: LE ISTITUZIONI SAPEVANO

Abruzzo. 1972, l’assessore del Comune di Pescara bacchetta la Montedison per l’inquinamento. Lo sconvolgente documento pubblico che prova che l’inquinamento di Bussi era noto da sempre.

Le info sulla TARES che ti occorrono

SI ALLA CANNABIS, NO AL TAGLIO DEL SIRENTE VELINO

In consiglio regionale approvate le proposte del consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo su:

EMERGENZA ABITATIVA, CANNABIS TERAPEUTICA, ALTRI DUE ANNI DI STOP A NUOVI CENTRI COMMERCIALI E REFERENDUM


Anche questa volta siamo riusciti a fermare l'attacco al Parco Sirente Velino con il rinvio della proposta di legge Ricciuti al Consiglio di martedì prossimo.

Molto positivo il bilancio per Rifondazione Comunista visto che sono state approvate molte nostre proposte di legge sulla cannabis terapeutica, l'emergenza sfratti, la proroga di altri due anni dello stop all'apertura di centri commerciali e la richiesta di referendum abrogativo delle norme con cui Monti ha creato il far west nel commercio consentendo alla grande distribuzione di stare aperta 365 giorni all'anno.

E' stata finalmente abolita con un mio emendamento la norma del 2002 che consentiva PRUSST in deroga a normative urbanistiche e edilizie.

Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC

PRC federazione di Chieti a congresso a Vasto

Si svolgerà a VASTO il congresso provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Chieti, dalle ore 10 di domenica 1 dicembre, presso la sala conferenze degli ex Palazzi Scolastici di Corso Nuova Italia.
L’assemblea congressuale, che vedrà la partecipazione di delegate e delegati dei circoli del territorio, eleggerà i nuovi organismi provinciali ed i delegati al congresso nazionale in programma a Perugia dal 6 all’8 dicembre.
Il congresso sarà anche un importante momento di confronto su temi di carattere nazionale e locale. Per questo sono invitati a partecipare e a intervenire i cittadini, le associazioni, i sindacati, i comitati del territorio ed i partiti, con i quali abbiamo già condiviso molte iniziative e lotte e con i quali sarà necessario elaborare proposte di uscita dalla crisi che assume sempre più un carattere generale.

PARLANDO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA. LUCIO MAGRI.

In vista del congresso nazionale di Rifondazione Comunista in programma a Perugia dal 6 all'8 dicembre, pubblichiamo dal blog di Maurizio Acerbo uno stralcio dalla relazione che Magri tenne ad Arco nel settembre 1990 in apertura del seminario nazionale della mozione che si opponeva alla “svolta” di Occhetto e allo scioglimento del PCI. Il testo integrale lo trovate sulla raccolta di scritti e interventi di Lucio Magri Alla ricerca di un altro comunismo“.
 
Non è comunque il giudizio sul passato il punto principale che decide della possibilità e della utilità del permanere di una forza comunista; ma il giudizio sul presente e sul futuro. Certo la parola comunista ha, nella tradizione del movimento operaio, due significati ben distinti. Per un verso essa stava a indicare la linea di demarcazione stabilita dal leninismo e dalla Rivoluzione d’Ottobre e dunque soprattutto alcuni punti discriminanti: la necessità della rottura rivoluzionaria, il concetto di dittatura proletaria, la statizzazione quasi integrale dei mezzi di produzione, la pianificazione centralizzata, la soppressione del mercato per via amministrativa. In questo senso tale parola risulta tanto logorata dai fatti da non essere oggi difendibile.
Ma per un altro verso essa sta a indicare una idea di società, futura ma non utopica, radicalmente liberata dai tratti essenziali del sistema capitalistico e della società classista e mercantile: critica dell’accumulazione e della crescita quantitativa come unico parametro del progresso; critica del profitto e del mercato come meccanismi assolutamente prevalenti dell’economia e del primato dell’economico su ogni altra dimensione sociale, critica della divisione rigida tra lavoro intellettuale e manuale e della sua parcellizzazione, critica dell’individualismo come condizione per affermare un vero dispiegamento della soggettività individuale, critica dello Stato come macchina separata, della divisione tra governanti e governati, tra «borghese» e «cittadino».
Se noi parliamo di rifondazione comunista è perché siamo convinti che questo secondo significato della parola non solo conservi un valore ideale, ma anzi proprio ora, e solo ora possa cessare di essere, come è stato, politicamente minoritario, teoricamente immaturo, e possa perciò essere assunto come stimolo di una elaborazione rigorosa e di una politica credibile. Nel contempo siamo convinti che ciò non possa avvenire come un «ritorno alle origini», restaurazione di un’ortodossia sempre trascurata.
Marx infatti non solo considerava il comunismo in questo senso come un obiettivo tanto prematuro da non voler e poter formularlo in modo pieno e rigoroso senza diventar un pasticciere dell’avvenire; ma era profondamente persuaso che la rottura rivoluzionaria, temporalmente e concettualmente, si collocava ben prima di quel futuro e sarebbe stata dunque operata da altri protagonisti e per diverse contraddizioni(il blocco delle forze produttive, la polarizzazione semplificata del conflitto capitale-lavoro) ancora tutte interne all’orizzonte della industrializzazione. Le trasformazioni della società attuale, la inattesa complessità del capitalismo maturo, l’unificazione del mondo senza unificazione dei modi concreti di produzione, l’avvio con egemonia capitalistica di una società postindustriale, da un lato danno una maturità nuova a quel concetto di comunismo, ma dall’altro mettono profondamente in crisi la strumentazione analitica che l’accompagnava. Impongono dunque una rifondazione teorica, nuove categorie concettuali, una nuova analisi della realtà.
La parola comunista infatti, comunque rivisitata,  non ha senso se perde la capacità di indicare un «movimento reale» che cambia lo stato di cose esistenti. Se cioè non si può tuttora dimostrare la ragione non solo di un qualsiasi antagonismo rispetto alla società esistente, ma rispetto ai tratti fondamentali di questo modo di produzione; e se non si può intravedere nello sviluppo stesso di questa società non solo ingiustizia e disagio, ma l’emergere di contraddizioni, soggetti, risorse capaci tendenzialmente di trasformarla e superarla.
Anche questo è un lavoro di grande difficoltà e di lungo periodo: perciò al congresso abbiamo parlato, con voluta sobrietà, di «orizzonte comunista», cioè di un tema da tenere aperto, di una prospettiva da non eliminare, non di una prospettiva già adeguata.

ALLENZE ALTERNATIVE AL PATTO DI STABILITA'. PRC VASTO A CONGRESSO



Il Congresso di Circolo di Rifondazione Comunista di Vasto ha confermato segretaria Maria Perrone Capano, all'unanimità. Quello che emerge dal lavoro finora svolto dalla segretaria per la riorganizzazione del circolo, la presenza delle vertenze territoriali e del lavoro trova quindi un nuovo sostegno ed una unanime conferma dall'assemblea del partito cittadino.

Un'assemblea che ha visto la presenza delle forze politiche locali e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, oltre che di cittadini non iscritti al partito, che ringraziamo sinceramente per la partecipazione e gli spunti di discussione portati. Tutti gli interventi del dibattito hanno sottolineato la necessità di un processo che sappia concretamente intervenire nelle politiche di austerità e della necessità del rafforzamento di una forza politica di sinistra qual è Rifondazione Comunista.

È emersa dal dibattito la necessità di politiche alternative ai dettati neoliberisti, capaci di rompere il Patto di Stabilità che strangola gli enti locali e quindi i cittadini e perciò la necessità di unire le forze su queste basi.

Alla segretaria Maria Perrone Capano vanno gli auguri di buon lavoro del circolo.


Il Circolo PRC di Vasto
"Sante Petrocelli"








AVANTI, ANCORA INSIEME, RICOMINCIANDO DAL PROSSIMO CONGRESSO

Care compagne e cari compagni,
in questi ultimi anni il circolo PRC di Vasto ha portato avanti un’intensa attività sul territorio, nonostante le difficoltà oggettive tra le quali il circolo ha dovuto muoversi.
Eppure alcuni risultati li abbiamo ottenuti. Certamente non possiamo dire che la nostra città ha cambiato radicalmente il suo volto, e siamo consapevoli delle criticità che possono esserci nella nostra attività politica. Ma sappiamo anche quanto ancora oggi siano importanti i comunisti. Ce lo conferma ogni giorno la nostra attività politica nei luoghi di lavoro, al fianco delle associazioni, con la presenza tra le persone. Con le nostre iniziative abbiamo sostenuto concretamente i lavoratori in lotta, abbiamo fatto informazione senza vincoli di maggioranza, siamo intervenuti contro le minacce per il nostro territorio costituite da progetti dannosi per la salute e l’ambiente.
Ora c’è un appuntamento congressuale, uno dei più importanti tra quelli della storia del PRC, per discutere la linea politica per i prossimi anni e per rinnovare il gruppo dirigente. Insomma, per non fermarci e per continuare le nostre battaglie con rinnovato entusiasmo. Un entusiasmo ed una voglia di cambiamento che hanno bisogno della presenza di ognuno di noi, perché, come ci ha insegnato Enrico Berlinguer, “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.”
Confido perciò nella tua partecipazione al congresso di circolo, che si terrà , sabato 16 novembre alle ore 10 presso la sala conferenza degli ex palazzi scolastici di C.so Nuova Italia.
Un caro saluto.

Maria Perrone Capano, segretaria circolo PRC di Vasto “Sante Petrocelli”


Tutto il materiale congressuale è reperibile dal sito www.rifondazione.it. Copia cartacea dei documenti congressuali nazionali sarà disponibile nel corso del congresso.



CONGRESSO DEL CIRCOLO PRC "SANTE PETROCELLI" DI VASTO
SABATO 16 NOVEMBRE, ORE 10
SALA CONFERENZE EX PALAZZI SCOLASTICI DI CORSO NUOVA ITALIA

- ore 10.00 Apertura congresso, elezione Presidenza
- ore 10.10 Relazione del Segretario
- ore 10.20 Presentazione documenti congressuali
- ore 11.00 Nomina commissioni verifica poteri, politica, elettorale
- ore 11.10 Apertura dibattito
- ore 12.00 Chiusura interventi e relazione commissione Verifica poteri
- ore 12.10 Apertura votazione documenti congressuali nazionali
- ore 12.30 Chiusura votazione documenti congressuali nazionali
- ore 12.40 Relazione commissione politica (Votazione ed eventuale discussione)
- ore 12.50 Votazione documenti finali, emendamenti ed eventuali OdGG
- ore 13.10 Elezione organismi dirigenti, garanzia e delegati al congresso provinciale
- ore 13.30 Chiusura del congresso





INCENERITORI, ANGELO POLLUTRI PER ESSERE CREDIBILE DOVREBBE SMENTIRE SE STESSO



di Carmine Tomeo (Resp. Lavoro PRC Abruzzo)

Alle dichiarazioni di Angelo Pollutri di fare di Cupello una piattaforma per la lavorazione dei rifiuti provenienti dal Centrosud, ci sono state diverse reazioni. Contro la prospettiva annunciata dal sindaco di Cupello sono intervenute con un comunicato congiunto le segretarie del Prc dei circoli di Vasto, Maria Perrone Capano e Cupello, Marilisa Spalatino e l'assessore Prc di Fossacesia, Andrea Natale; Sel, con il segretario provinciale, Alessandro Cianci; associazioni ambientaliste come Nuovo Senso Civico; oltre che il sottoscritto.
Non sorprende registrare che all'appello sia finora mancato un qualche intervento del PD che quantomeno ridimensioni la portata delle dichiarazioni di Pollutri e degli altri esponenti del PD intervenuti al convegno sulla crisi occupazionale in Val Sinello dello scorso 25 ottobre. Insieme a Pollutri, Cesare Damiano e Maria Amato avevano sdoganato anche le attività petrolifere nella nostra regione. Attività contro le quali i cittadini si sono battuti per tutelare un territorio, non accettando di diventare colonia di qualche petroliere.

Alle immediate reazioni di quanti alla salute ed all'ambiente tengono davvero, prospettando modelli di sviluppo alternativi a petrolio e monnezza, fa seguito la perentoria risposta a mezzo stampa di Angelo Pollutri. Il sindacao di Cupello afferma di non aver "mai accennato alla costruzione di inceneritori" nel suo intervento e che quindi il suo "pensiero in merito all’argomento si è evoluto al di là delle considerazioni di chi, per un chilo di consenso non perde occasione per dileggiare, usando toni e considerazioni fuori luogo".
Angelo Pollutri è espressione del PD fautore di un'economia da prima rivoluzione industriale basata sullo sfruttamento del petrolio e sui rifiuti, e ora tenta una difesa dopo il suo intervento del 25 ottobre che davvero risulta essere poco credibile.

Se davvero Pollutri ha cambiato idea sull'incenerimento dei rifiuti, se davvero ora, insieme a noi, finalmente la ritiene una pratica inefficiente dal punto di vista economico ed energetico, oltre che assolutamente dannosa per la salute pubblica e per l'ambiente, smentisca se stesso. Smentisca tutte le sue dichiarazioni sul tema e ritiri le delibere comunali con le quali Cupello si candida ad ospitare un inceneritore di rifiuti.
In caso contrario la giustificazione di Pollutri avrebbe il sapore di un troppo consueto atteggiamento pretenzioso e confermerebbe la sua vocazione per il "zozzo è bello".

MONNEZZA E PETROLIO, IL FUTURO ANTERIORE DEL PD

 
di Carmine Tomeo (Resp. Lavoro PRC Abruzzo)


Lo scorso 25 ottobre il PD ha organizzato un convegno sul lavoro con esponenti locali e nazionali. L'incontro si è svolto a Gissi, in Val Sinello, una delle zone abruzzesi più depresse dal punto di vista industriale e occupazionale. Basti pensare che nel giro di circa due anni hanno chiuso la Golden Lady che ha lasciato a casa quasi 400 lavoratrici e lavoratori, il gruppo Val Sinello (che occupava un centinaio di lavoratori), il gruppo canali minaccia il licenziamento di quasi cento dipendenti. Quando si partecipa ai presidi delle lavoratrici e dei lavoratori in lotta, come abbiamo fatto noi del Prc, si respira disperazione e determinazione allo stesso tempo. E per capire quelle sofferenze non basta organizzare un convegno, bisogna passare del tempo con le lavoratrici ed i lavoratori, condividere il freddo di una serata ventosa o un caffè portato in un termos.

Quando si sta da quella parte della barricata, quella occupata dai lavoratori in lotta, capisci che parole come quelle registrate dagliorgani di informazione al convegno, servono a poco, se non a fare una passerella, come giustamente sottolineato dal Prc. Pratica già di per sé fastidiosa, che diventa odiosa quando viene fatta a pochi mesi dalle elezioni regionali.
Nello stesso tempo, però, il PD, dal locale al nazionale, in quel convegno ha mostrato la sua incapacità a rispondere adeguatamente alla crisi economica. Alla domanda di occupazione, il PD, con Cesare Damiano (presidente commissione lavoro alla Camera), la senatrice Maria Amato ed il sindaco di Cupello Angelo Pollutri, risponde parlando di petrolio e monnezza. E se ti opponi a questa logica, guardando a esperienze virtuose che hanno smesso di fare l'apologia del "zozzo è bello", la tua opposizione viene con disprezzo e ironia etichettata come Nimby (come fa il riconfermato segreterario del PD di Vasto, Antonio Del Casale dal suo profilo facebook).
Fortunatamente molta parte della cittadinanza è più lungimirante di chi pensa che il futuro possa essere nello sfruttamento petrolifero, come gli esponenti del PD che sembrano essere stati catapultati nel 2013 direttamente dalla prima rivoluzione industriale.

Un paio di anni fa, in un articolo pubblicato su Liberazione, commentando le tentazioni di installazione di nuove centrali di produzione energetica, facevo notare che “ciò di cui non si tiene conto è che i dati estratti dal Piano energetico della regione Abruzzo (datato 2009) dicono che «l’entrata in produzione dell’impianto» turbogas da 800 Mw di Gissi (Ch), a poche decine di chilometri dalla riserva di Punta Aderci, avrebbe potuto consentire «di passare da una condizione deficitaria di circa il 30% del fabbisogno energetico nella Regione Abruzzo ad una produzione superiore di circa il 30% al fabbisogno regionale.» Quello che manca è invece l’efficienza energetica.
Sempre stando al piano energetico regionale, si nota che in Abruzzo, per produrre un’unità di ricchezza, si utilizza una quantità di energia superiore alla media nazionale. Il che vuol dire che c’è uno spreco di energia che non giustifica la rincorsa ai consumi energetici con autorizzazioni regionali a nuovi impianti di produzione di energia.
Insomma, il rapporto regionale fotografa un Abruzzo che dovrebbe sprecare meno energia. Obiettivo che di certo non si raggiunge aumentando il numero delle centrali termoelettriche sul territorio.
Lavorare al risparmio energetico, invece, significherebbe anche rispondere alla competizione dei mercati, riducendo i costi aziendali per unità di prodotto senza puntare come al solito alla riduzione del costo del lavoro. Potrebbe significare, partendo da studi sui minori consumi energetici, tentare di migliorare la posizione aziendale nel mercato di riferimento, senza per forza percorrere la spirale recessiva che si alimenta della riduzione del personale e minore potere di acquisto per i lavoratori.”

E' evidentemente che punti di vista diversi determinano prospettive diverse ed incompatibili. E la prospettiva di chi continua a sostenere che "bruciare è bello" e che "sfruttare risorse è meglio", ha lo stesso punto di vista di chi con le risorse di un territorio si arricchisce, lasciando dietro inquinamento e impoverimento, cioè la prospettiva che toccherebbe alla nostra regione seguendo la strada indicata dal PD. Esperienze come Viggiano in Basilicata dovrebbero insegnare. Ma per imparare la lezione di Viggiano occorre abbandonare l'ideologia dello sfruttamento dalla quale il PD non vuole liberarsi.

TAGLIO DEI SUPER-PREMI AI DIRIGENTI. LA PROPOSTA DI ACERBO FA DISCUTERE

Sindacati divisi sui soldi ai dirigenti La Cgil: «Meno male che Acerbo ha chiesto di tagliare i premi»

Dopo la proposta di Acerbo (consigliere regionale di Rifondazione Comunista, n.d.r.) di tagliare i premi ai dirigenti regionali per dare più soldi ai dipendenti è il sindacato dei dirigenti a difendere la categoria. «Il sindacato Direr esprime viva protesta e rifiuta qualsiasi tentativo strumentale volto a creare scontro fra i dirigenti ed il restante personale - afferma in una nota - Le responsabilità pesanti della difficile situazione in atto nella Regione Abruzzo sono tutte da attribuire alle scelte sbagliate poste in atto da questo governo regionale. È mancata a questa amministrazione la necessaria visione strategica e programmatica dell'organizzazione regionale. Si è assistito a scelte legislative effettuate senza una adeguata analisi di fattibilità ( si pensi alla eliminazione delle agenzie regionali - Arssa, Aptr e Abruzzo Lavoro- che ha aumentato i problemi, senza produrre il miglioramento dei servizi e la diminuzione dei costi ). Una rincorsa ossessiva ai tagli all'organico della dirigenza imposti in maniera lineare, indiscriminata e sperequata sul territorio, che ha costretto i direttori a porre in essere uno stressante e permanente processo di riorganizzazioni, parcellizzate, a volte mirate, che sta ipotecando la funzionalità della macchina regionale».

Di diverso avviso la Cgil. «Finalmente la politica regionale batte un colpo sulle gravi inefficienze dell'apparato burocratico regionale e le proteste del personale. Di fronte all'inerzia dell'assessore Carpineta, che per ben tre riunioni ha disertato il tavolo di conciliazione con il Prefetto, i consiglieri regionali sono chiamati ad intervenire sui danni procurati dalle finte riforme della Regione Abruzzo», ha detto Carmine Ranieri, segretario generale della Cgil Fp. «Abbiamo appreso favorevolmente la notizia della presentazione, da parte del Consigliere Maurizio Acerbo, di un progetto di legge che, oltre a prevedere risparmi per la collettività, consentirebbe di sottrarre risorse al fondo dei dirigenti in favore del restante personale, consentendo così di non ridurre drasticamente il salario di produttività dei dipendenti delle categorie più basse». L’interpellanza presentata ieri dal vicepresidente Giovanni D'Amico, interroga Chiodi e Carpineta su come intendono risolvere i problemi del mancato inquadramento funzionale del personale tra le Direzioni, che produce grave inefficienze».

02/11/2013
Il Tempo

A GISSI IL PD (AL GOVERNO) NON DA' SOLUZIONI AI LAVORATORI MA FA PASSERELLA

Il 25 ottobre scorso il Partito Democratico ha tenuto un incontro a Gissi sulla crisi dell’area industriale della Val Sinello. Ci aspettavamo la proposta di soluzioni concrete, di progetti e strumenti per venire incontro alle centinaia di famiglie che stanno subendo i gravissimi costi della chiusura (già avvenuta o vicinissima) di alcune delle industrie della Val Sinello. Come ampiamente riportato dalla stampa locale, abbiamo invece assistito soprattutto allo sdoganamento della petrolizzazione della nostra Regione e alla riproposta di vecchi progetti, mai abbandonati, di gestire a Cupello i rifiuti provenienti da tutto il centro-sud italiano.

Sono passati solo sei mesi dalla oceanica manifestazione di Aprile a Pescara, quando 40.000 persone sono scese in piazza per chiedere di fermare le trivellazioni in Abruzzo (a partire da Ombrina Mare 2). Dopo aver colpito al cuore l’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina, rinviando ancora di sei mesi la definizione della perimetrazione e con una legge filoindustriale, i rappresentanti locali del PD (a partire dall’On. Maria Amato) tornano a parlare di Parco Nazionale della Costa Teatina affermando che è compatibile con le estrazioni petrolifere. Ritenere le trivellazioni un investimento produttivo è una dichiarazione smentita dalla nuda realtà dei fatti e contrasta completamente con la manifestazione di Aprile alla quale il PD aderì. I cittadini e le cittadine chiedono, nel pieno di una devastante e violenta crisi economica, scelte coraggiose, nette, decise, che diano loro certezze e sostegno. Il Partito Democratico non ci sembra abbia risposto in maniera adeguata e coerente.

Il sindaco di Cupello ha riproposto nel suo Comune una piattaforma per la gestione di tutti i rifiuti del Centro-Sud. Questo dopo aver volutamente fatto esprimere per ben due volte un parere favorevole quasi all'unanimità al Consiglio Comunale riguardo la possibilità di un inceneritore a Valle Cena. Sono anni che prova ad utilizzare l'immondizia come volano per lo sviluppo economico di questo paese, nel mentre consegna i carciofini doc di Cupello al Papa (coltivati nei pressi di Valle Cena) e nel mentre in Campania si sta svolgendo una tragica rivolta popolare per la questione della Terra dei Fuochi, connessa con un innalzamento eclatante dei tassi di malattie tumorali (un vero e proprio biocidio per tutta la Regione). Inoltre, i cittadini devono sapere che per un impianto di incenerimento non sono necessari,mediamente, più di 7 operai e qualche tecnico specializzato. Ci sembra evidente che la sua proposta, spesso presentata con termini equivoci e fantasiosi come “polo ecologico integrato” (che può voler dire tutto o nulla), non sia altro che una pura speculazione politica ed elettoralistica. In ultimo, noi riteniamo doveroso, vista l'importanza dell'argomento,che tocca la sensibilità del paese e dei cittadini tutti, porre a referendum questa proposta, dopo una seria discussione pubblica, aperta, condivisa, nel rispetto della volontà popolare e dei principi democratici. In quattro anni di governo regionale a guida PDL abbiamo assistito a inchieste della magistratura e crisi continue di un sistema apparso spesso ai limiti del collasso (due province su quattro ad oggi non hanno impianti!). Il PD, candidandosi alla guida della Regione dopo le prossime elezioni, cosa propone? Vuol forse tornare ai “4 inceneritori” di Del Turco?

E in tutta questa passerella, i lavoratori e le lavoratrici della Val Sinello, sono rimasti sullo sfondo. Senza proposte, senza prospettive, senza futuro…



Maria Perrone Capano, Segretaria Circolo PRC “Sante Petrocelli” Vasto
Marilisa Spalatino, Segretaria Circolo PRC Cupello
Andrea Rosario Natale, Assessore all’Ambiente Comune di Fossacesia, PRC

19 OTTOBRE - SOLLEVAZIONE GENERALE: ASSEDIO ALL'AUSTERITY. *** PULLMAN DA VASTO-LANCIANO-CHIETI ***

Il 19 ottobre saremo Roma per una giornata di lotta aperta, che si generalizzi incrociando i percorsi, mettendo fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa e migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori.
Una giornata di mobilitazione generale per cominciare a costruire insieme la nostra unica grande opera: reddito, casa e dignità!

INFO PULLMAN
- DA VASTO: 3470109855 - 3498186158
- DA LANCIANO: 3346976123
- DA CHIETI: 3316821388




L'APPELLO

#19O - Sollevazione generale. Una sola grande opera: casa e reddito per tutti!






#19O E SE CI SOLLEVASSIMO???
Migliaia e migliaia di metri quadri sfitti, palazzinari e speculatori che ingrassano intascando denaro col business del cemento, mentre chi non riesce più a pagare l'affitto finisce moroso incolpevole e in mezzo ad una strada. alloggi popolari vuoti e riscaldati con i soldi di tutti, graduatorie ferme, svendita del patrimonio pubblico e occupanti per necessità indicati come i responsabili dell'emergenza abitativa e scaraventati sotto un ponte. tagliano i posti negli studentati (chiaramente quelli che non sono gestiti da chiesa, compagnia delle opere o comunione e liberazione) e 2 ragazzi su 3 vivono in nero e pure a caro prezzo. morosi, occupanti per necessità, giovani fuori di casa...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Ad atene l'università ha appena chiuso i battenti per i tagli. in italia gli atenei e il mondo della formazione sono ridotti in macerie. nessuno ci crede più alla loro barzelletta di un futuro dignitoso raggiungibile grazie ai loro precarifici. spendono 12 miliardi per gli f35, 21 miliardi per gli eurofighter, quando negli ultimi 5 anni hanno tolto 10 miliardi alla scuola.
Disillusi che tra le rovine delle loro torri d'avorio scorgono la possibilità di costruire un'altra prospettiva possibile, giovani ribelli e senza futuro, con tutta la voglia di ri-vendicarselo...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Guerre, bombe, furto di terre e risorse, esportazione di democrazia. milioni di persone in fuga da miseria e sfruttamento. reato di clandestinità. qui in italia puoi essere criminale per qualcosa che sei, non per qualcosa che fai. e provateci voi ad ottenere un documento, un permesso, a sfidare una burocrazia razzista che riflette le politiche e le facili demagogie che portano ad episodi come l'omicidio di modou e mor, o come l'assassinio di abba, al grido di "sporco negro ti ammaziamo!".
Clandestini, rifugiati, migranti con una gran voglia di riscatto. generazioni meticce che crescono insieme, per nulla disposte ad accettare rigurgiti razzisti, neofascisti, le strategie di desolidarizzazione...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Frenesia schizofrenica, in grado di mandare chiunque fuori di testa. ore e ore di lavoro e di straordinari non pagati...e perchè, si può scegliere? il contratto è flessibile! e tra l'altro dall'alto dei loro posti intoccabili baroni e strateghi neoliberisti lo teorizzano pure che un pò di paura, di angoscia perenne di perdere pure quella miseria che ti danno, non può far altro che incoraggiare la produttività.
Precari, centralinisti, co.co.pro., stagisti "a buono pasto" con la voglia di garantirsi la sicurezza di una vita degna fuori dalle loro logiche di mercato...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Spazi di socialità, autodeterminazione, alternativa culturale costantemente sotto attacco. imponenti operazioni mediatiche e giudiziarie costituiscono la loro strategia di "gestione del dissenso" a fronte di una situazione che gli sfugge sempre più di mano col proseguire di crisi e austerity, con le persone che non ce la fanno proprio più a sopportarle. writers e artisti di strada condannati per "associazione a delinquere", no tav chiamati terroristi, addirittura i cassaintegrati sono "violenti", per non parlare degli studenti..
Comunità e territori in lotta, esperienze di resistenza, di costruzione di un mondo diverso e possibile...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
E chi manca? quanti altri non vogliono più tollerarlo il giogo che ci viene imposto dai signori del neoliberismo che non si fanno mancare nulla di nulla seduti in poltrona? quanti altri non ci credono più alle loro favole?
E poi in fondo siamo tutti studenti e pure precari, tutti quanti abbiamo bisogni di abitare, di non vivere in quartieri e territori devastati da cemento e grandi opere. tutti quanti cresciamo meticci e abbiamo voglia di metterci in gioco per riscattare insieme un presente e un futuro di felicità, senza miseria e liberi dalle logiche del loro sistema.
Ese ci sollevassimo?


APPELLO DI ABITARE NELLA CRISI
[ENG VERSION] Ogni giorno, migliaia di persone lottano in questo paese. Per arrivare a fine mese, difendere il diritto ad un tetto, affermare la propria dignità, difendere territori e beni comuni da devastazioni e saccheggi. Si tratta, il più delle volte, di percorsi separati che non riescono a tradursi in un discorso generale. Intendiamo rovesciare l'isolamento delle singole lotte e la precarietà delle nostre esistenze, per dare vita a una giornata di lotta che rilanci un autunno di conflitto nel nostro paese, contro l'austerity e la precarietà impostaci dall'alto da una governance europea e mondiale sempre più asservita agli interessi feroci della finanza, delle banche, dei potenti.
Il 19 ottobre vogliamo dare vita ad una sollevazione generale.
Una giornata di lotta aperta, che si generalizzi incrociando i percorsi, mettendo fianco a fianco giovani precari ed esodati, sfrattati, occupanti, senza casa e migranti, studenti e rifugiati, no tav e cassintegrati, chiunque si batte per affermare i propri diritti e per la difesa dei territori. Uniti contro le prospettive di impoverimento e sfruttamento imbastite dalla troika e dall'obbedienza di un governo tecnico che, tra decreti del "Fare" e "Service Tax", favorisce i ricchi per togliere ancora di più ai poveri: barattando l'Imu con nuovi tagli alla spesa ed una nuova aggressione al diritto alla casa e all'abitare; favorendo la speculazione edilizia, il consumo di suolo e i processi di valorizzazione utili alla rendita, mentre vi sono centinaia di migliaia di case sfitte; delegando i servizi e il welfare ad una governance locale che, per far quadrare i conti aumenterà le tasse e produrrà ancora tagli e privatizzazioni. Tutto questo mentre preparano una nuova guerra "umanitaria" dalle conseguenze incalcolabili.
Contro questo orizzonte di miseria, intendiamo costruire una grande manifestazione di massa che ponga con forza la questione del reddito e del diritto all'abitare, per questo vogliamo l'immediato blocco degli sfratti, il recupero del patrimonio pubblico e la tutela della ricchezza collettiva e comune, anche per combattere la precarietà e la precarizzazione generale delle condizioni di vita e del lavoro che ci stanno sempre più imponendo.
La manifestazione del 19 ottobre giungerà al culmine di una settimana di mobilitazioni, dentro e fuori il paese: il 12 ottobre, con una giornata di lotta a difesa dei territori, contro le privatizzazione dei servizi pubblici e la distruzione dei beni comuni e mobilitazioni diffuseper il diritto all'abitare; il 15, con azione dislocate nelle città per uno sciopero sociale indetto dall'agenda dei movimenti trans-nazionali; il 18 con una manifestazione congiunta dei sindacati di base e conflittuali.
Vogliamo rovesciare il ricatto della precarietà e dell'austerity in processo di riappropriazione collettiva. Per rilanciare un movimento che affermi l'unica grande opera che ci interessa: casa, reddito e dignità per tutt*!
#19O E SE CI SOLLEVASSIMO???
Migliaia e migliaia di metri quadri sfitti, palazzinari e speculatori che ingrassano intascando denaro col business del cemento, mentre chi non riesce più a pagare l'affitto finisce moroso incolpevole e in mezzo ad una strada. alloggi popolari vuoti e riscaldati con i soldi di tutti, graduatorie ferme, svendita del patrimonio pubblico e occupanti per necessità indicati come i responsabili dell'emergenza abitativa e scaraventati sotto un ponte. tagliano i posti negli studentati (chiaramente quelli che non sono gestiti da chiesa, compagnia delle opere o comunione e liberazione) e 2 ragazzi su 3 vivono in nero e pure a caro prezzo. morosi, occupanti per necessità, giovani fuori di casa...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Ad atene l'università ha appena chiuso i battenti per i tagli. in italia gli atenei e il mondo della formazione sono ridotti in macerie. nessuno ci crede più alla loro barzelletta di un futuro dignitoso raggiungibile grazie ai loro precarifici. spendono 12 miliardi per gli f35, 21 miliardi per gli eurofighter, quando negli ultimi 5 anni hanno tolto 10 miliardi alla scuola.
Disillusi che tra le rovine delle loro torri d'avorio scorgono la possibilità di costruire un'altra prospettiva possibile, giovani ribelli e senza futuro, con tutta la voglia di ri-vendicarselo...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Guerre, bombe, furto di terre e risorse, esportazione di democrazia. milioni di persone in fuga da miseria e sfruttamento. reato di clandestinità. qui in italia puoi essere criminale per qualcosa che sei, non per qualcosa che fai. e provateci voi ad ottenere un documento, un permesso, a sfidare una burocrazia razzista che riflette le politiche e le facili demagogie che portano ad episodi come l'omicidio di modou e mor, o come l'assassinio di abba, al grido di "sporco negro ti ammaziamo!".
Clandestini, rifugiati, migranti con una gran voglia di riscatto. generazioni meticce che crescono insieme, per nulla disposte ad accettare rigurgiti razzisti, neofascisti, le strategie di desolidarizzazione...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Frenesia schizofrenica, in grado di mandare chiunque fuori di testa. ore e ore di lavoro e di straordinari non pagati...e perchè, si può scegliere? il contratto è flessibile! e tra l'altro dall'alto dei loro posti intoccabili baroni e strateghi neoliberisti lo teorizzano pure che un pò di paura, di angoscia perenne di perdere pure quella miseria che ti danno, non può far altro che incoraggiare la produttività.
Precari, centralinisti, co.co.pro., stagisti "a buono pasto" con la voglia di garantirsi la sicurezza di una vita degna fuori dalle loro logiche di mercato...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
Spazi di socialità, autodeterminazione, alternativa culturale costantemente sotto attacco. imponenti operazioni mediatiche e giudiziarie costituiscono la loro strategia di "gestione del dissenso" a fronte di una situazione che gli sfugge sempre più di mano col proseguire di crisi e austerity, con le persone che non ce la fanno proprio più a sopportarle. writers e artisti di strada condannati per "associazione a delinquere", no tav chiamati terroristi, addirittura i cassaintegrati sono "violenti", per non parlare degli studenti..
Comunità e territori in lotta, esperienze di resistenza, di costruzione di un mondo diverso e possibile...e se si sollevassero? ve lo immaginate?
E chi manca? quanti altri non vogliono più tollerarlo il giogo che ci viene imposto dai signori del neoliberismo che non si fanno mancare nulla di nulla seduti in poltrona? quanti altri non ci credono più alle loro favole?
E poi in fondo siamo tutti studenti e pure precari, tutti quanti abbiamo bisogni di abitare, di non vivere in quartieri e territori devastati da cemento e grandi opere. tutti quanti cresciamo meticci e abbiamo voglia di metterci in gioco per riscattare insieme un presente e un futuro di felicità, senza miseria e liberi dalle logiche del loro sistema.
E se ci sollevassimo?
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TARES E BRUTTE FIGURE DI UN AVVIO DI CAMPAGNA ELETTORALE

La segretaria del circolo Prc di Vasto, Maria Perrone Capano replica ad una recente nota di Eliana Menna, consigliera provinciale dell'Idv, che sulla Tares a Vasto è caduta in tre figuracce con un solo comunicato (QUI il comunicato di Eliana Menna).



A chiunque voglia sapere quando un soggetto politico che ha poco da dire ha avviato la sua campagna elettorale, basta notare quando questo dà avvio a comunicati senza senso. Abbiamo così potuto constatare che la consigliera provinciale dell’Idv, Eliana Menna ha avviato la sua personale campagna elettorale. Non è ben chiaro in quale ruolo intervenga sulla questione Tares a Vasto. E a dire il vero, pure il fatto che l’oggetto della sua ultima nota sia il Prc di Vasto è solo intuibile, visto che la consigliera dice la sua per sottintesi, senza mai citare il Prc.
Noi, che non cerchiamo una gratificazione nella retorica ma perseguendo una pratica politica utile alla cittadinanza, ci vediamo costretti a far notare che la consigliera provinciale Eliana Menna ha perso un’occasione per evitare figuracce.

In merito alla Tares, l’accusa che Eliana Menna ci rivolge è quella di non dare le dovute responsabilità (che non è sinonimo di colpa) al Comune di Vasto. Probabilmente la consigliera dell’Idv non ha letto né il volantino che abbiamo distribuito lo scorso sabato, né la nostra nota stampa dello stesso giorno. In entrambi i casi, infatti, abbiamo chiamato in causa il Comune di Vasto in maniera netta: sia sollecitando una modulazione delle tariffe per rendere la Tares la meno iniqua possibile (e su questo punto abbiamo avanzato proposte nei luoghi preposti, ma questo la consigliera Menna non lo sa), sia affermando la necessità, secondo noi, che il Comune si unisca alla protesta contro la Tares già avviata da altri Comuni italiani. Evidentemente informata male, Eliana Menna ci sollecita perciò a fare ciò che già stiamo facendo.
E così, anche il supposto paradosso evidenziato da Eliana Menna, secondo la quale saremmo un partito che sta in amministrazione ma non si prende la responsabilità delle scelte politiche, cade miseramente nel vuoto. Cadendo così, la Menna, nella sua seconda figuraccia.

Ad un’altra brutta figura la consigliera Menna si espone (e fanno tre in un solo comunicato, francamente troppe per chiunque!) quando ci sollecita a trovare "delle voci di bilancio con cui compensare il sicuro (ormai da tempo) aumento del tributo comunale". Occorre far notare alla consigliera Menna (chi invece ha letto il nostro comunicato ed il nostro volantino già lo sa), che la Tares, pur essendo un tributo comunale, è stato imposto dal governo Monti e confermato da quello Letta. Ed il governo ha imposto ai Comuni che con la Tares si copra il 100% del costo del servizio di smaltimento rifiuti ed altri servizi cosiddetti ‘indivisibili’, quali illuminazione pubblica e manutenzione delle strade. In altre parole, i cittadini dovranno pagare completamente quei servizi ed il Comune non può trovare soldi da altre voci di bilancio. È per questo che la soluzione che la consigliera Menna ci consiglia non è praticabile. Le uniche strade percorribili sono le due già menzionate e da noi proposte: modulazione delle tariffe più equa possibile e ribellione del Comune contro la Tares.

Tutto il resto è retorica buona per avere un’attenzione mediatica, utile solo ad avviare una campagna elettorale con un po’ di anticipo. A patto di non spararle grosse.


Maria Perrone Capano
Segretaria circolo PRC di Vasto "Sante Petrocelli"



PRC: SULLA TARES, IL COMUNE DI VASTO SI UNISCA ALLA PROTESTA

La Tares è la nuova tassa voluta dal governo monti e confermata da quello Letta, con il forte sostegno di PD, PDL e monitiani, che graverà innanzitutto sulle spalle dei cittadini e dei commercianti, già in gravi difficoltà economiche e causa della crisi.

Obiettivo della TARES è quello di coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e i “servizi indivisibili” forniti dal Comune come illuminazione pubblica, manutenzione strade, polizia locale, aree verdi. Questa disposizione è alla base del netto aggravio economico sui contribuenti: TARSU e TIA coprivano mediamente il 79% dei costi, arrivando solo in rari casi a raggiungere picchi del 91% e i “servizi indivisibili” non venivano sostenuti con la TARSU e la TIA. In tempi di tagli delle risorse finanziarie trasferite agli Enti Locali sempre più drastici, il Governo Monti ha praticamente costretto i Comuni ha tartassare in maniera sempre più pesante i e le contribuenti.

La Cgia di Mestre ha calcolato che su un negozio di 70 mq, un commerciante pagherà 98 euro in più (quasi il 20% in più); un cittadino con una casa di circa 100 mq subirà un aumento di 73 euro (pari a circa il 30% in più). Un normale cittadino, con meno di 50 euro potrebbe fare una spesa completa. Ed invece quei 50 euro non gli basteranno per pagare gli aumenti dovuti alla Tares.

È evidente che ai governi di larghe intese, come quelli Monti e Letta, non interessa niente di famiglie o di commercianti. Loro fanno gli interessi delle banche, alle quali, guarda caso, hanno applicato per la Tares le aliquote più basse.
Noi proponiamo di tassare i patrimoni al di sopra di un milione di euro, con i quali si possono recuperare oltre 20 miliardi di euro, a fronte degli 8 miliardi che il governo vuole racimolare spillando soldi a cittadini ed esercenti.

A livello locale, riteniamo assolutamente indispensabile che il Comune intervenga modulando le tariffe in modo che il peso della Tares non gravi sui cittadini meno abbienti e sugli esercenti. Non solo. Visto che il governo sta imponendo ai Comuni di fare gli aguzzini per suo conto contro i cittadini, imponendo questa tassa iniqua, riteniamo che il Comune di Vasto debba ribellarsi alla Tares, come hanno già fatto altri Comuni italiani.

Maria Perrone Capano
Segretaria circolo PRC di Vasto “Sante Petrocelli”

COSA E' LA TARES

di Alessio Di Florio
TARES. Questa sigla da ormai quasi due anni è entrata nella quotidianità degli italiani e delle italiane. Ne sentiamo parlare in televisione, la leggiamo sui giornali, ne siamo tutti preoccupati perché appare come un nuovo balzello che vessa i e le contribuenti già stremati dalla crisi. Ma nella giungla delle imposizioni fiscali che vanno e vengono, nel caos politico degli ultimi mesi, nei titoli gridati dai giornalisti, districarsi appare praticamente impossibile. Sarebbe nostro diritto comprendere cos’è, come inciderà sui nostri redditi. Nelle prossime righe si tenterà di dare alcune informazioni tecniche e lineari su questa imposta, che avrà ancora pochi mesi di vita (verrà sostituita già all’inizio del 2014) ma comunque sufficienti per forti apprensioni per la sostenibilità sui nostri redditi. La TARES è stata introdotta dal Decreto Legge 6 dicembre 2011 n. 206 (cosiddetto "decreto salva Italia" del Governo guidato da Mario Monti e sostenuto da PD, PDL e UDC ) e convertita con Legge 22 dicembre 2011 n. 214 dal Parlamento. In vigore dal 1° Gennaio 2013, ha sostituito le precedenti imposizioni fiscali in tema di raccolta e smaltimento rifiuti, ovvero la TARSU e la TIA (mai realmente applicata in quasi tutti i Comuni Italiani). La TARES è un'imposta basata principalmente sulla superficie dell'immobile di riferimento (l’80% della rendita catastale dell’immobile per le abitazioni private), il numero dei residenti, l'uso, la produzione media dei rifiuti (lì dove non è possibile avere una stima precisa si fa riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica n. 158 del 1999 che impone l’applicazione di un sistema presuntivo prendendo a riferimento la produzione media comunale procapite). Obiettivo della TARES è quello di coprire il 100% del costo del servizio sostenuto dai comuni per la raccolta e smaltimento dei rifiuti e i “servizi indivisibili” forniti dal Comune, come illuminazione pubblica, manutenzione strade, polizia locale, aree verdi. Questa disposizione è alla base del netto aggravio economico sui contribuenti: TARSU e TIA coprivano mediamente il 79% dei costi, arrivando solo in rari casi a raggiungere picchi del 91%, e i “servizi indivisibili” non venivano sostenuti con la TARSU e la TIA. In tempi di tagli delle risorse finanziarie trasferite agli Enti Locali sempre più drastici, il Governo Monti ha praticamente costretto i Comuni a tartassare in maniera sempre più pesante i e le contribuenti. Sono anni che sentiamo ripetere, a cadenze quasi periodiche, frasi del tipo “questo ce lo chiede l’Europa”, “l’Europa ce lo impone” e simili. Lo abbiamo sentito per la demolizione dell’articolo 18, lo abbiamo sentito quando ci volevano imporre la privatizzazione dell’acqua (e infatti mentre in Italia accusavano i promotori dei referendum, poi tenutisi due anni fa, di voler costringere il Paese ad andare contro l’Europa, Parigi stava ripubblicizzando), lo abbiamo sentito per il pareggio di bilancio in Costituzione e in tanti altri casi. Ogni qualvolta l’Europa imponeva (o, così volevano farci credere…) sacrifici “lacrime e sangue” ai cittadini e alle cittadine, o di demolire i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, i nostri Governi hanno obbedito come soldatini sull’attenti. Ma l’Europa ha anche un’avanzatissima legislazione in tema ambientale. Moltissime minacce ambientali come centrali a biomasse o altre industrie inquinanti lì dove è stato possibile fermarle, è stato grazie a strumenti e normative fornite dall’Europa. Normative che interessano anche il campo della gestione del ciclo dei rifiuti. La Direttiva Europea 98/2008 stabilisce che “la priorità principale della gestione dei rifiuti dovrebbe essere la prevenzione ed il riutilizzo e il riciclaggio di materiali” individuando in quest’ottica anche ben precise percentuali di raccolta differenziata da raggiungere. Ma sulle tematiche ambientali, e la gestione dei rifiuti tra queste, il soldatino Italia è sempre stato improvvisamente disobbediente. Si contano a decine le procedure d’infrazione aperte o già concluse con costosissime multe. La storia dell’imposizione fiscale in tema di raccolta e smaltimento rifiuti, fino all’avvento della TARES (con la prossima ventura tassa nulla cambierà), sembrava andare controcorrente rispetto a tantissimi altri ritardi in tema ambientale dell’Italia. Il d.lgs 507 del 5 novembre 1993 introdusse la TARSU, che si calcolava sulla superficie dei locali. Nell'ottica di una maggiore efficienza ed equità del servizio, per favorire una corretta e virtuosa gestione dei rifiuti (e quindi anche incremento della raccolta differenziata) il d.lgs n. 22 del 5 febbraio 1997 sostituì la TARSU con la TIA(Tariffa di igiene ambientale). Il passaggio alla tariffa avrebbe dovuto consentire la realizzazione di un sistema nel quale il cittadino avrebbe pagato l'esatto servizio di cui usufruiva (e quindi pagare per i soli rifiuti prodotti). Un'innovazione che aveva praticamente anticipato la Direttiva 98/2008. Ma l’incanto è durato pochissimo e la realtà successiva si è rilevata molto più lacunosa. Il passaggio alla TIA non è avvenuto nella quasi totalità dei Comuni. L’introduzione da parte del Governo Monti della TARES ha disinnescato qualsiasi meccanismo incentivante alla raccolta differenziata e di equità contributiva, tornando indietro dalla tariffa sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti ad una tassa basata su vari parametri, come abbiamo già visto all’inizio.

IL 12 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA PER LA DEMOCRAZIA E IL LAVORO

PULLMAN FIOM-RIFONDAZIONE COMUNISTA DA
VASTO-LANCIANO-CHIETI.

PER INFO 349 81 86 158


Il 12 ottobre vi invitiamo a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma per la difesa e l’attuazione della Costituzione, per il lavoro, convocata attraverso l’appello “La via maestra”.

I governi Berlusconi, Monti e Letta in nome dell’austerità hanno aumentato le tasse, tagliato il welfare, distrutto i diritti. Queste politiche sono la causa principale della crisi italiana, della disoccupazione di massa e della precarietà. I governi italiani invece di fare gli interessi del popolo italiano hanno fatto gli interessi dei ricchi, hanno vergognosamente obbedito agli ordini della Merkel e firmato trattati europei, come il Fiscal Compact, che strozzeranno ancora di più l’economia Italiana.

Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Rifondazione Comunista lavora per questo.Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Queste politiche, fatte insieme da centro destra e centro sinistra, sono fallite.Rifondazione Comunista lavora per questo.


Noi proponiamo una politica opposta: i soldi vanno presi dalle tasche di chi li ha. Occorre fare una patrimoniale sulle grandi ricchezze, mettere un tetto alle pensioni e agli stipendi d’oro (a partire dai parlamentari), smetterla con le spese inutili e dannose come l’acquisto dei cacciabombardieri e la TAV in Val di Susa. Questi soldi vanno usati per aumentare gli stipendi e le pensioni basse, per fare un reddito minimo per i disoccupati e un Piano per il lavoro.
Per uscire dalla crisi bisogna ridistribuire la ricchezza, ridistribuire il lavoro riducendo l’orario di lavoro e ridistribuire il potere.
Per realizzare questi obiettivi serve una sinistra unita, alternativa al centro destra e al centro sinistra che in questi anni hanno governato insieme e fatto solo danni.
Per realizzare questi obiettivi occorre costruire un movimento di massa – come negli altri paesi europei – contro le politiche di austerità e il tentativo di stravolgere la Costituzione.
Per questo oltre al 12, saremo in piazza anche il 18 e il 19 ottobre, con il sindacalismo di base e con i Comitati di lotta.Il 12 ottobre vi invitiamo a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma per la difesa e l’attuazione della Costituzione, per il lavoro, convocata attraverso l’appello “La via maestra”.
I governi Berlusconi, Monti e Letta in nome dell’austerità hanno aumentato le tasse, tagliato il welfare, distrutto i diritti. Queste politiche sono la causa principale della crisi italiana, della disoccupazione di massa e della precarietà. I governi italiani invece di fare gli interessi del popolo italiano hanno fatto gli interessi dei ricchi, hanno vergognosamente obbedito agli ordini della Merkel e firmato trattati europei, come il Fiscal Compact, che strozzeranno ancora di più l’economia Italiana.
Noi proponiamo una politica opposta: i soldi vanno presi dalle tasche di chi li ha. Occorre fare una patrimoniale sulle grandi ricchezze, mettere un tetto alle pensioni e agli stipendi d’oro (a partire dai parlamentari), smetterla con le spese inutili e dannose come l’acquisto dei cacciabombardieri e la TAV in Val di Susa. Questi soldi vanno usati per aumentare gli stipendi e le pensioni basse, per fare un reddito minimo per i disoccupati e un Piano per il lavoro.
Per uscire dalla crisi bisogna ridistribuire la ricchezza, ridistribuire il lavoro riducendo l’orario di lavoro e ridistribuire il potere.
Per realizzare questi obiettivi serve una sinistra unita, alternativa al centro destra e al centro sinistra che in questi anni hanno governato insieme e fatto solo danni.
Per realizzare questi obiettivi occorre costruire un movimento di massa – come negli altri paesi europei – contro le politiche di austerità e il tentativo di stravolgere la Costituzione.
Per questo oltre al 12, saremo in piazza anche il 18 e il 19 ottobre, con il sindacalismo di base e con i Comitati di lotta.