Le info sulla TARES che ti occorrono

LA SCOMPARSA DI VASTO MARINA


Estate 1987
L'Italia e' sottoposta ad una erosione litoranea che, dal punto di vista geologico, ha origine nella spinta della crosta africana ai danni della parte meridionale dell'Europa. A pagare le conseguenze maggiori e' la parte orientale adriatica, quella cioè che vede avvicinarsi le dirimpettaie coste croate. Quindi e' logica dinamica che più il tempo scorrerà e maggiori saranno gli effetti di diminuzione globale dei lidi e degli arenili. Non potranno essere prese grandi iniziative ingegneristiche che fermeranno del tutto tale processo e quindi solo sistemi-tampone ma, magra consolazione, il restringimento del Mare Adriatico sta avvenendo in tempi di migliaia di anni. Questo pero' non comporta e ne' giustifica il fatto che nel frattempo possiamo trattare le nostre coste, scusate il francesismo, di merda. Come documentato dal CNR, l'erosione costiera si è "mangiata" oltre il 42% dei litorali italiani e in Abruzzo siamo al 61% (dati 2006). Il sistema litoraneo italiano e' fragile un po' dappertutto, sia per la natura sismica dell'orografia montuosa e sia per la forte antropizzazione. Se dunque e' un aspetto naturale che il mare riprenda una buona parte delle sponde, dall'altra la mano dell'uomo ha agevolato e non poco tale deterioramento. Il WWF parla in questi termini: Negli ultimi 50 anni il territorio costiero è stato trasformato progressivamente dalle imponenti e aggressive installazioni industriali, dalle edificazioni massicce, dalla deforestazione e dalla rasatura delle dune costiere. L’Italia scelse di sviluppare i grandi porti commerciali, di insediare grandi impianti industriali. L’impatto di tutti questi insediamenti è stato violento:gli stabilimenti più importanti hanno preteso infrastrutture per l’attracco delle navi, determinando la formazione e la specializzazione di alcuni porti, e moltiplicato il numero dei terminali offshore(1). Ora stiamo pagando il pesante prezzo dei sacerdoti dell'economia sull'altare della crescita. E' notizia di Marzo 2012 l'inghiottimento di 30 metri di sabbia a Savignano sul Rubicone, in Emilia-Romagna, nel corso di circa qualche anno. Ad accelerare questo fenomeno sono le “numerose scogliere artificiali collocate davanti alla spiaggia e lateralmente sulla sponda destra della foce del fiume Rubicone dove è presente un molo d’attracco(2). In Abruzzo, durante il 2010, si e' assistiti inermi alla sparizione quasi totale della Calata del Turchino, nei pressi di San Vito Chietino. Luzio Nelli di Legambiente imputava l'accelerazione di questo fenomeno al braccio a mare del porto di Ortona che avrebbe modificato tutte le correnti (3). A questo si aggiunge la stagnante situazione che, da almeno meta' anni '90, coinvolge i litorali della cosa teramana, Montesilvano, Pescara e fino Casalbordino, con i processi di protezione derivanti dai siti frangiflutti e dai ripascimenti artificiali provvisori, che hanno l'esclusivo scopo temporaneo di salvare una stagione balneare salvo poi ri-erodersi del tutto. Si ricordi la situazione assurda e tragicomica delle risistemazioni a Pescara nel Maggio 2011 ed Ortona nel Maggio del 2007, entrambe effettuate con granelli di sabbia sporchi e fanghi melmosi e sulla cui ultima situazione e' stata aperta una inchiesta anche dalla Procura Della Repubblica di Pescara (4)-(5). Ritornando sul locale, l'erosione delle coste sta avendo un particolare impatto nella zona nord di Vasto Marina, nei pressi della Bagnante, con conseguenze che ora stanno pian piano diventando sempre più visibili e preoccupanti sotto i profili naturalistici e non di meno anche turistici. La linea attuale di demarcazione del bagnasciuga costringerà lo stabilimento “La Lucciola” a diminuire se non annullare del tutto gli ombreggi e si immagina che “La Luccioletta”, “La Bitta” e il “Lido La Scogliera” dovranno cominciare a fare i conti con l'assottigliarsi dei granuli sabbiosi. E già a Dicembre del 2007 infatti l'associazione Arci proponeva un mini dossier fotografico che testimoniava il forte e repentino innalzamento dei livelli dell'acqua, la sparizione dell'area sabbiosa sottostante la balaustra e il sollevamento del pietrisco verso il piano della strada (6). La voragine creatasi a fine Marzo del 2012 sul lungomare Cordella e lo sgretolarsi della scalinata di accesso al mare di Agosto 2011 sono drastiche ma chiare conseguenze anche rispetto a quanto di impattante e' stato fatto negli ultimi anni. A partire dall'allargamento della darsena Est del porto di Punta Penna fino al compimento dei porticcioli di San Salvo Marina e probabilmente Montenero, in una sfida freudiana a chi ce l'ha più lungo. Il molo! Cosa avete capito....E in questo senso appare incoerente e poco seria (quasi offensiva) la proposta del PDL in consiglio provinciale di “fronteggiare nell’immediato la situazione di emergenza dell’erosione costiera e comunque di elaborare un programma di intervento strutturale” (7). Contemplati anche i ripascimenti, buoni per le tasche di aziende come la Modimar (ricordate le battaglie di due anni fa contro la cava davanti Punta Aderci?) ma inefficaci su termini medio-lunghi. Ai rappresentanti del partito del cemento per eccellenza si consiglia innanzitutto di smetterla con la logica sviluppista che prevede raddoppio del porto di Vasto e porticciolo turistico in zona La Canale. Freud permettendo, si spera vivamente che Vasto Marina non scompaia per qualche posto barca in più'.

APPROFONDIMENTI:

(1) Dossier “Coste: il profilo fragile dell'Italia”-Aprile 2012
(3) Quotidiano Il Centro, 14 Maggio 2010.

0 commenti:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.