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GOLDEN LADY: LE LAVORATRICI NON STANNO STANNO LOTTANDO SOLO PER SE STESSE



“I lavoratori dello stabilimento ormai tutti a casa da novembre, vogliono ricordare alla comunità di essere parte integrante di essa”. È l’appello che lavoratrici e lavoratori ex Golden Lady di Gissi, rivolgono ai cittadini del vastese in occasione del presidio da loro organizzato a Gissi per domenica 20 maggio, giorno della festa padronale.

Sulla riconversione stanno circolando due nomi: Holding Silda spa e New Trade srl, che sarebbero in grado di rilevare lo stabilimento lasciato vuoto da Nerino Grassi, che intanto ingrosserà il proprio conto corrente delocalizzando la produzione in Serbia. Le due aziende, da quello che si legge, dovrebbero essere in grado di riassorbire tutti i 382 dipendenti lasciati a casa da Golden Lady. Il condizionale è d’obbligo, visto che per ora sono poco più che voci. Dall’incontro programmato per il prossimo 21 maggio presso il ministero dello sviluppo economico, potrebbe venire fuori qualcosa di più concreto. Ma proprio questa incertezza non consente di abbassare la guardia. È per questo che le lavoratrici ed i lavoratori ex Golden Lady “chiedono solidarietà” alla cittadinanza, “affinché non si spenga l'unico barlume di speranza: la riconversione”.

L’importanza del sostegno alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori ex Golden Lady, che come Rifondazione Comunista abbiamo portato da subito e con costanza, è testimoniata dallo stesso funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico, Giampiero Castano. In apertura della riunione del 12 marzo 2012 a Bologna, nella quale è stata presentata la ATL Group, società che si occuperà della riconversione del sito Omsa, Castano ammise che per il risultato raggiunto “il merito va soprattutto alle lavoratrici che hanno difeso con le unghie e con i denti il lavoro”. Queste parole furono ricordate da alcune lavoratrici Omsa, che portando il loro saluto all’iniziativa che come Rifondazione Comunista avevamo organizzato lo scorso marzo, hanno invitato le colleghe di Gissi ad andare “sempre avanti a testa alta”, perchè “ogni cosa che si fa, anche la più piccola, o anche quella che può sembrare inutile in quel momento, serve per la difesa del lavoro, per la difesa di un diritto”.

Questo è il punto: la difesa del diritto ad un lavoro dignitoso. Una questione, quindi, che non deve riguardare solo chi oggi è stato sbattuto fuori dalla fabbrica da un padrone in cerca di braccia a buon mercato (in Serbia un lavoratore guadagna 200 euro al mese). Il diritto al lavoro ed i diritti dei lavoratori, riguardano chiunque, perché da lì si comincia a misurare il grado di civiltà di una società. Le lavoratrici ed i lavoratori ex Golden Lady, che da mesi lottano per il diritto ad un lavoro dignitoso, stanno lottando non solo per loro stessi, ma anche per i diritti di ognuno noi. Se si rinuncia a lottare insieme a loro, se non si sostiene la loro lotta e quella di altri lavoratori, si sta rinunciando a costruire un futuro migliore di questo presente, che non per caso sta attraversando una pesantissima crisi economica.

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