Il
19 maggio esplodono tre bombe molto artigianali di fronte una scuola. Due ragazze,
rimangono ferite, una non ce la fa e purtroppo muore lo stesso giorno dell’attentato.
Aveva solo sedici anni.. quanta vita può avere una ragazzina di quell’età,
quanti progetti e sogni..! Alle sei tutta Italia si ferma in tutte le città per
un minuto di silenzio per le due ragazzine.
Non voglio fermarmi su questo aspetto con sterili piagnistei,
ci pensano già troppo Studio aperto e tutti gli altri organi di i"nformazione
corretta". Io voglio invece dire la mia che sicuramente sarà giudicata dai
benpensanti eversiva! È tutto il giorno che penso a riguardo e rifletto sulla
storia contemporanea che tanto mi hanno insegnato a scuola.. Le Brigate rosse
le escluderei perché non avrebbe senso colpire una scuola di un paesino piccolo
e soprattutto frequentato da figli di operai, penso alla malavita organizzata
ma anche questa ipotesi mi sembra un po’ assurda anche se forse potrebbe avere
qualche fondamento. L’unica vera ipotesi che ritengo valida, sia chiaro non
voglio sostituirmi a qualunque “commissario” non ne ho le capacità, è quella
stragista ad opera dei servizi segreti italiani. Tutto questo clima che si sta
creando in Italia sembra coagulare di nuovo il sangue rappreso dei feriti alla
banca dell’agricoltura in quel lontano 12 dicembre 1969. Parliamoci
chiaramente, io non credo che la gambizzazione di quel dirigente dell’Ansaldo
sia opera di qualche gruppo terroristico rinato. Come si legge in una lettera
pubblicata dal Fatto quotidiano sulle FAI:
“Noi di “A” non siamo
militanti della FAI. Quando “A” nacque oltre 40 anni fa, la redazione era
composta quasi esclusivamente da militanti dei Gruppi Anarchici Federati,
un’organizzazione prevalentemente giovanile che poi si esaurì nella seconda
metà degli anni ’70. In quanto tale, però, la rivista non ha mai fatto
riferimento esclusivo a una “componente” dell’anarchismo organizzato – in una
tradizione di apertura che in Italia è caratteristica prevalente delle varie
testate, a partire proprio da Umanità Nova che pur essendo “della FAI” è sempre
stata aperta.
Che se ne faccia parte o no, questa è la FAI, la nostra FAI.
Da qualche tempo ce n’è
un’altra in giro, che vigliaccamente utilizza lo stesso acronimo, ma la cui
ultima lettera sta per “informale” invece che “italiana”. Si tratta di
un’operazione sporca, che sia opera di “compagni” o dei servizi segreti o di
chi altro. Sporca, comunque. E’ grazie a questa scelta (provocatoria, si
sarebbe detto in altri tempi) che in queste settimane i mass-media si
permettono di ripetere che la FAI gambizza, la FAI ha imboccato la strada della
lotta armata, la FAI… Senza nemmeno più il pudore o l’attenzione di dire la FAI
informale.”
Chiaramente c’è lo zampino dei servizi segreti anche in
questa storia. Forse sono io che ho le manie di persecuzione da parte di quest’organo
ignobile italiano ma purtroppo credo che sia la critica storica a suggerirmi
queste idee.
Come
vogliamo spiegare che questi attentati vengono o addirittura non rivendicati in maniera
ridicola? Che senso avrebbe per un’ipotetica organizzazione che inneggia alla
rivoluzione non rivendicare chiaramente i propri atti così da non “arruolare”
proseliti? Credo nessuno.
Chissà
poi perché questi fatti accadono durante la nuova manovra che il nostro caro
Mario Monti ha fatto e vede impiegati dai 1500 ai 4250 soldati per difendere gli
obiettivi sensibili da atti di terrorismo come le sedi di Equitalia e quelle
delle agenzie delle entrate.
I
soldi per militarizzare ci sono, si trovano sempre! "Spremi, spremi un altro po’
il cittadino.. e ci esce un soldatino..."
Credo che se invece di innescare queste nuove strategie della tensione,
queste spremute fiscali alle tasche degli italiani, queste attacchi al lavoro
con botte di leggi lampo, se si ridonasse la possibilità di sognare il loro
lavoro che come diceva Marx deve essere creativo, nel quale l’uomo in esso deve essere il
protagonista e non l’oggetto utilizzato dalla macchina e soprattutto se gli
italiani trovassero tutti i giorni quella forza di coesione, trovata oggi nell’unirsi
nell’indignazione per l’attentato di oggi per dire no a questo ennesimo governo che non
li rappresenta per niente, saremo tutti e tutte noi uniti, il miglior antidoto
per combattere il piombo che sta cominciando a raffiorare! Uniti si può
vincere! Vivere in questi tempi è sempre più come vivere in una guerra civile
contro dei nemici che però si ha paura ad affrontare perché tanto è il distacco
che si è creato tra i cittadini comuni e quelli che ci governano!
Vorrei concludere questi miei brevi pensieri facendo due
considerazioni: la prima è che non voglio strumentalizzare affatto la morte o
le ferite di nessuno, secondo tenevo a precisare a scanso di equivoci di “troppi
benpensanti” che sono in circolazione, che questa breve riflessione non vuole
essere un’ apologia nei confronti dei gruppi terroristici sia anarchici che di
sinistra che si sono seguiti nel corso della storia più controversa di un paese
com’è l’Italia. Troppa gente sa e tace e io seguendo l’insegnamento del più
grande maestro del pensiero occidentale, Socrate, senza alcuna presunzione “vorrei
far partorire” a ciascuno la propria verità, sperando che questi miei pensieri
siano stati da stimolo per ciò.
Per la lettera delle Fai, fonte [FATTOQUOTIDIANO.IT]
Pierangela Suriani
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