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La ginestra...


Monumento posto a Portella della Ginestra a memoria della strage del 1 maggio 1947 




Margherita Clesceri
Giorgio Cusenza
Giovanni Megna (18 anni)
Francesco Vicari
Vito Allotta (19 anni)
Serafino Lascari (15 anni)
Filippo Di Salvo (48 anni)
Giuseppe Di Maggio (13 anni)
Castrense Intravaia (18 anni)
Giovanni Grifò (12 anni)
Vincenza La Fata (8 anni) 

Questi sono i nomi dei morti della strage di Portella della Ginestra di quel lontano ma vicino primo maggio 1947. Questo fatto storico è sconosciuto ai più e molte volte non entra a far parte neanche dei manuali di storia. Così il primo maggio festeggiamo questa “fantomatica” festa del lavoro e soprattutto da molti giovani viene vista come l’occasione di andare ad un concertone gratuito senza cogliere l’essenza profonda di questo giorno. Si dovrebbero invece ricordare, insieme con tutti i lavoratori morti e sfruttati sul lavoro, anche quest’ultimi perché la loro morte è di un’attualità sconcertante!                                                                                                  Contadini morti durante la festa dei lavoratori perché manifestavano contro il latifondismo e per l’occupazione delle terre incolte.. Gente scomoda che aveva osato esprimere la loro opinione a pochi anni dalla caduta del regime fascista che evidentemente, in quelle terre, era caduto solo formalmente. Diverse sono le ipotesi sui responsabili, saltano fuori vari nomi, addirittura ipotesi complottiste che mettono in mezzo i servizi segreti americani. Ma non è questo che voglio evidenziare in questa sede.                                                                                                                                  Quello che mi preme sottolineare è il parallelismo con l’attualità delle condizioni lavorative. Certo oggi se scioperi non ti sparano sopra ma hai tutta probabilità di essere licenziato (vedasi alcune clausole degli accordi di Pomigliano)! Così quello che è uno degli articoli principali dello statuto dei lavoratori viene profanato e svuotato di ogni significato. Nell’era dei governi tecnici, gli accordi di Pomigliano, purtroppo non sono gli unici ad aver oltraggiato il sacrificio dei numerosi lavoratori e lavoratrici, come quelli appunto caduti a Portella della Ginestra. Le modifiche operate all’articolo 18 dal ministro Elsa Fornero con l’introduzione di termini come flessibilità rappresentano un’ulteriore attacco allo statuto dei lavoratori che ormai diviene sempre più carta straccia. Oggi non ci sparano più a vista con le armi, oggi ci sparano a colpi di testi fatti “tra il giorno e la notte” che vengono approvati senza il consenso di chi subirà realmente il contenuto di quest’ultimi: i lavoratori. Inutile credere che ci saranno i sindacati a portare la voce dei lavoratori nei tavoli di discussione che vengono fatti perché, fatta eccezione di alcuni esponenti di sindacati giudicati troppo estremisti, si cerca sempre di giungere a compromessi troppo favorevoli per chi ha scritto questi testi che dovranno divenire poi legge.                                               
Vorrei che in questo primo maggio, tutti i lavoratori e le lavoratrici insieme con le nuove generazioni, soprattutto quest’ultimi, assumano coscienza di quello che essi sono effettivamente in un stato come quello italiano che sta andando sempre più alla deriva e comincino ad alzare la testa per i propri diritti e a scendere nelle piazze senza avere paura di essere ricattati da queste “leggi lampo”! Vorrei che fossimo tutti come quelle ginestre, ginestre che Leopardi descrive come capaci di crescere anche nei luoghi più impervi e di resistervi:

“E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l’avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell’uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.”

(La ginestra, Leopardi, Canti, 1845)

 Buon primo maggio a tutte e tutti! 



Pierangela Suriani

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