Voltarsi indietro su Via Cavour e
vedere un tappeto di bandiere rosse, portate in corteo da 40000 comunisti, fa
davvero un bell’effetto. Erano anni che non si respirava un’atmosfera come
quella di sabato scorso, a Roma, dove la Federazione della Sinistra ha manifestato per
gridare in piazza, verso il governo Monti, l’inaccettabilità delle sue
politiche recessive.
Una partecipazione che non ci si
aspettava in queste proporzioni. Dalla testa del corteo, tra un canzone e un
intervento dal sound system, arrivavano ogni tanto aggiornamenti sulla
partecipazione: “Siamo in 20.000… siamo 30.000… siamo 40.000!!”. E quest’ultima
sarà la cifra definitiva della partecipazione.
Sabato, a percorrere le strade di
Roma c’era la sinistra che sta rinascendo: alternativa, variegata e unita
contro le politiche dell’estremismo monetarista di Monti che impone il pareggio
di bilancio in Costituzione e firma il fiscal compact che significherà, per i prossimi vent'anni, manovre aggiuntive da 45 miliardi di euro l'una; che si oppone alla
controriforma del lavoro scritta dalla Fornero e quasi passivamente accettata
da Pd, Pdl e Udc. Una sinistra che sa proporre e vuole l’introduzione di una
legge patrimoniale che faccia pagare i ricchi; che ritiene necessaria una
conversione ecologica dell’economia; che propone l’istituzione di una banca
pubblica capace di intervenire nelle politiche monetarie in favore della
collettività.
Lotte e proposte gridate al
governo, che guardano ad interventi in Europa, ma che si riflettono
pesantemente sul vivere quotidiano di ognuno di noi. Ed infatti dal palco si
sono succeduti i dirigenti nazionali della Federazione della Sinistra e dei diversi movimenti italiani, a cui si sono alternati
rappresentanti di Syriza, del Fronte de Gauche e della Linke, perché la lotta
per non svendere i diritti sull’altare della moneta si deve condurre in un'ottica europea. Ma che quelle politiche si riflettono sulla vita di tutti i giorni di
donne e uomini in carne ed ossa, è stato mostrato dagli interventi dal palco di chi raccontava la propria
esperienza di precario, delle difficoltà del mondo della scuola, del dramma del
lavoro che non c’è. Mentre la presenza convinta dei No Tav, di rappresentanti
del comitato No Debito, pezzi di sindacato e compagne e compagni di Sel e suoi
importanti esponenti come Alfonso Gianni, dimostrano che c'è molta sinistra in Italia, abbastanza per costruire lotte
che conducano ad un Fronte della Sinistra anche nel nostro paese.
È stato giusto ritrovarci insieme
in piazza: è stata la dimostrazione che non siamo soli, ognuno nelle
particolari lotte, che bisogna tenere unite in un Fronte della Sinistra. La
manifestazione del 12 maggio della FdS ha indicato la strada che è possibile e
necessario percorrere in ogni territorio: quella è forse l’unica strada da
imboccare per realizzare una reale uscita dalla condizione di crisi
capitalista.
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