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[pubblicato su Controlacrisi.org]
Cadono i giganti dell’industria in Abruzzo, messi sotto pressione da cittadini, comitati e dalla buona politica. La Commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) regionale, che nei giorni scorsi era stata chiamata ad esaminare molti (troppi per una sola seduta) progetti impattanti sul territorio abruzzese, ha bloccato alcuni colossi americani, e italiani, del settore chimico. Altri, invece, riguardanti la realizzazione di importanti complessi commerciali, hanno avuto il “via libera”. La bella ed importante giornata di vittoriosa mobilitazione dal basso ha comunque portato a casa risultati di tutto rispetto.
Cadono i giganti dell’industria in Abruzzo, messi sotto pressione da cittadini, comitati e dalla buona politica. La Commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) regionale, che nei giorni scorsi era stata chiamata ad esaminare molti (troppi per una sola seduta) progetti impattanti sul territorio abruzzese, ha bloccato alcuni colossi americani, e italiani, del settore chimico. Altri, invece, riguardanti la realizzazione di importanti complessi commerciali, hanno avuto il “via libera”. La bella ed importante giornata di vittoriosa mobilitazione dal basso ha comunque portato a casa risultati di tutto rispetto.
Tra i progetti esaminati e respinti dalla Commissione VIA ce n’erano
due di particolare interesse per l’equilibrio ambientale e sanitario
della provincia di Chieti: la Forest-Oil, compagnia petrolifera americana
arrivata in Abruzzo per estrarre e lavorare gas naturale sul Lago di
Bomba (Ch); la Puccioni S.p.A., di proprietà del presidente nazionale di
Federchimica, Cesare Puccioni intenzionato a realizzare, a ridosso
della Riserva naturale di Punta Aderci a Vasto (Ch), un impianto capace
di depositare e lavorare quasi 50 tonnellate di rifiuti pericolosi al
giorno.
Le motivazioni sono riconducibili a quanto l’opposizione dal basso va
dicendo da anni. Relativamente all’estrazione di gas sul Lago di Bomba
il rischio maggiore era dovuto alla subsidenza, cioè l’abbassamento di
quel bacino artificiale, che faceva temere un “effetto Vajont”. I
tecnici della Forest-Oil hanno sempre minimizzato, ma i rischi per la
popolazione erano talmente gravi che anni prima l’Agip rinunciò al
progetto. Anche la valutazione dell’impianto proposto da Puccioni ha
evidenziato gravi carenze. In particolare, come ha documentato il
circolo di Vasto di Rifondazione Comunista con osservazioni inviate alla
Regione Abruzzo, l’impianto si sarebbe dovuto realizzare a poche
centinaia di metri dal centro abitato ed ancora più vicino alla riserva
simbolo del costituendo Parco nazionale della Costa Teatina (i documenti
prodotti dalla Puccioni dichiaravano distanze molto maggiori del
reale). I rischi di sversamenti a terra ed in mare erano davvero troppo
alti, anche considerando la sensibilità ambientale dell’area. E comunque
il progetto presentato dalla società del presidente di Federchimica
(che si è spinto fino dichiarazioni a mezzo stampa, lette da molti come
un’intimidazione dei piccoli imprenditori locali) risultava
incompatibile con la pianificazione territoriale (altro aspetto più
volte sottolineato dal PRC locale).
Su quei due progetti era nata da tempo una importante mobilitazione
territoriale, che nel corso degli anni ha prodotto assemblee cittadine,
manifestazioni, studi, osservazioni contrarie inviate alla Regione
Abruzzo ed in qualche caso un positivo coinvolgimento della politica,
che ha avuto la meglio sulla più frequente alzata di spalle della
maggior parte dei rappresentanti politici.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale del PRC (la cui azione
politica è un esempio di coinvolgimento positivo cui si faceva cenno
sopra), sottolinea l’efficacia della “azione di movimento coordinata
dentro e fuori le istituzioni”, di cui lo stesso Acerbo è stato
protagonista. E’ merito suo se cittadini ed associazioni hanno potuto
conoscere l’ordine del giorno della seduta della Commissione VIA, e
quindi organizzare un presidio di centinaia di persone sotto i palazzi
della Regione. Un’azione che mostra l’importanza dell’emendamento alla
legge finanziaria regionale, fatto approvare da Acerbo dopo una dura
battaglia politica, che permetterà ai cittadini di seguire l’iter di
approvazione dei progetti che determinano impatti ambientali.
Si tratta di norme che entreranno in vigore a fine aprile e che,
guarda caso, la Regione a guida centrodestra vorrebbe cancellare, anche
su pressione degli imprenditori di Confindustria. Evidentemente si teme
quell’agire politico capace di coordinare movimento dei cittadini e
coerenti interventi nelle istituzioni, in grado di incidere sulle scelte
che riguardano il come vivere un territorio.
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