Oggi, lunedì 16 aprile saremo davanti ai cancelli della
Sevel per lo sciopero della Fiom dove alle 13 è prevista una
manifestazione alla quale parteciperà il segretario generale della Fiom
Maurizio Landini.
Una sinistra che non sta con la Fiom non è di sinistra.
Rifondazione
Comunista è in piena sintonia con la FIOM sul giudizio negativo
sull’accordo PD-Monti sulla manomissione dell’articolo 18. Condividiamo
l’appello lanciato dal compagno Landini alla CGIL per la convocazione di
uno sciopero generale contro l’insieme delle misure del governo Monti
contro i lavoratori. Questo è un governo di classe – non a caso
apprezzato da Marchionne -che sta facendo pagare la crisi ai lavoratori,
alle famiglie, alla gente comune.
In tutta Europa i sindacati si
mobilitano contro le politiche neoliberiste imposte dalla BCE
nell’interesse del capitale finanziario. Non si capisce perché in Italia
gli interessi dei lavoratori e dei cittadini debbano essere subordinati
alle tattiche del PD che sostiene il governo Monti e chiede moderazione
alla CGIL.
Sulla “riforma del lavoro” non è stato raggiunto un
buon compromesso come vogliono farci credere. La manomissione
dell’articolo 18 rende più facili i licenziamenti e le modifiche
incidono anche sulla legge 604. Non c'è più bisogno di motivare il
licenziamento individuale e scompare il reintegro per violazione delle
procedure previsto dalla legge 223.
Non c’è bisogno di essere dei
giuslavoristi per capire che la manomissione dell’articolo 18 serve a
colpire i sindacati più combattivi come la FIOM e determinare un
contesto generale di ulteriore abbassamento dei livelli salariali già
bassi del nostro paese.
Quella della Fornero non è una riforma del
lavoro perché conserva anzi estende la precarizzazione del lavoro con
ulteriori provvedimenti che liberalizzano ancora di più il mercato del
lavoro come il primo contratto a termine che per 6 mesi non ha bisogno
di causali. La vera riforma sarebbe la modifica della legge 30 con i
suoi 46 forme di precariato non la manomissione dell’articolo 18!
Gravissimo
e antisociale è l’attacco agli ammortizzatori sociali che non riguarda
soltanto i lavoratori “esodati” vittime del pressappochismo e della
spregiudicatezza di ministri che hanno passato la vita a sudare nei
consigli di amministrazione delle banche.
Siamo di fronte a una
riduzione delle tutele per tutti perché alcune forme di cassa
integrazione vengono cancellate e la sostituzione della mobilità con
l'Aspi riduce il tempo di copertura senza allargare le tutele. Non c’è
traccia di quelle forme di reddito sociale per i disoccupati che ci sono
in tutta Europa.
Maurizio Acerbo, consigliere regionale
Marco Fars, segretario regionale
Marco Fars, segretario regionale
Partito della Rifondazione Comunista, Abruzzo
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